Parabola dei talenti

Lc 19,12-27

35,14

Avverrà come di un uomo che, partendo

per un viaggio, chiamò i suoi

servi e consegnò loro i suoi beni.

A uno diede cinque talenti, a un altro due,

a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.

Colui che aveva ricevuto cinque talenti,

andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri

cinque.

Così anche quello che ne aveva ricevuti due,

ne guadagnò altri due.

Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.

Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.

Colui che aveva ricevuto cinque talenti,

ne presentò altri cinque dicendo:

Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco,

ne ho guadagnati altri cinque.

MATTEO

Bene, servo buono e fedele,

gli disse il suo padrone,

sei stato fedele nel poco,

ti darò autorità su molto;

prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Presentatosi poi colui

che aveva ricevuto due talenti, disse:

Signore, mi hai consegnato due talenti;

vedi, ne ho guadagnati altri due.

Bene, servo buono e fedele,

gli rispose il padrone, sei stato fedele

nel poco, ti darò autorità su molto;

prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Venuto infine colui che aveva ricevuto

un solo talento, disse:

Signore, so che sei un uomo duro,

che mieti dove non hai seminato

e raccogli dove non hai sparso;

per paura andai a nascondere

il tuo talento sotterra,

ecco qui il tuo.

Il padrone gli rispose:

Servo malvagio e infingardo,

sapevi che mieto dove non ho seminato

e raccolgo dovenon ho sparso;

avresti dovuto affidare il mio denaro

ai banchieri e così, ritornando,

avrei ritirato il mio con l’interesse.

Toglietegli dunque il talento, e datelo

a chi ha dieci talenti.

Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto

anche quello che ha.

E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti